Comunicato 1/2015 del 02/04/2015

Meglio il pane genuino...

L'associazione risponde ad un post che circola ormai da qualche anno e contiene indicazioni fuorvianti sul sofware libero e i dati.

Leggiamo, a corollario di un convegno GFOSS.it di qualche anno fa, affermazioni fuorvianti (1), che crediamo utile rettificare per aiutare ad una chiara e serena comprensione del fenomeno "software libero" e ad un progresso generale del GIS nel nostro Paese.

Chiariamo intanto che il software libero non è un'utopia: è, semplicemente, un modo di fare software che ha dimostrato, con il suo successo nella costruzione di Internet ed in molti altri settori, di essere vitale, produttivo e strumentale alla costruzione di una società dell'informazione più inclusiva.

Come tutti sanno, e come l'associazione GFOSS.it indica fin dall'inizio della propria esistenza, il valore fondamentale di questo approccio è la sua libertà, non tanto il costo: è del tutto evidente, a chiunque se ne occupi professionalmente, che l'adozione di qualsiasi software richiede sempre e comunque un investimento, di conoscenza ed anche economico. È però ovvio come una spesa in licenze software, che hanno ricaduta minima o nulla sul territorio nazionale, non sia equiparabile ad un investimento sulle competenze e capacità locali che favoriranno aziende, studenti e la generale crescita dell'economia nazionale.

I GIS liberi sono finanziati, in misura davvero minuscola, anche con fondi pubblici: però l'investimento di un ente si traduce immediatamente in maggiori funzionalità disponibili anche per ogni altro ente, mentre le spese (enormemente più massicce) effettuate per pagare la possibilità, esclusiva e temporanea, di utilizzare un determinato software, non ha alcuna ricaduta positiva se non per l'azienda venditrice.

Riprendendo la metafora adottata nell'intervento citato, per noi esistono fornai migliori di altri: sono quelli che condividono le loro ricette, i modi di produrre il pane, non cercano di costringere un affamato a comprare il pane solo nella propria bottega, ma lo mettono in grado di fabbricarselo da solo, o comunque scegliere quello che più gli aggrada.

Come tutte le metafore, anche quella del fornaio ha i suoi limiti: il bello del software è che, a differenza del pane, se lo condivido non mi privo di niente. Quindi, perché continuare a pagare (più caro) un pane che nutre soprattutto altri e non possiamo condividere con i nostri colleghi ed amici?

Ci pare anche utile sottolineare che la questione dell'inteoperabilità dei dati sia tutt'altro che una questione residuale. È vero che esistono strumenti che consentono la conversione dei formati, ma è del tutto evidente che l'interoperabilità sia invece cruciale per garantire il reale utilizzo dei dati.

Si moltiplicano infatti, soprattutto da parte dei players proprietari, le iniziative volte a rendere difficile o impossibile l'utilizzo dei dati da parte di chi non utilizza software di un determinato fornitore - un caso per tutti: la guerra dei formati Lidar (2).

Ribadiamo quindi, con la serenità di essere in linea con le Direttive Europee e la ragionevolezza complessiva, e con la consapevolezza di fare gli interessi di tutti, che garantire l'interoperabilità sia una conditio sine qua non per qualunque sistema GIS attuale ed una necessità assoluta per l'ente pubblico.

Infine, smentiamo  poi che l'Associazione GFOSS.it abbia mai richiesto è ricevuto finanziamenti da Regione Puglia o da altri Enti pubblici.

Saremo lieti di un confronto pubblico su questi temi.

Stefano Campus

presidente dell'Associazione GFOSS.it

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(1) https://www.facebook.com/notes/metarc-metodologia-della-ricerca-archeologica-universit%C3%A0-del-salento/il-buon-cuore-del-fornaio/10150519131640628

(2) http://rapidlasso.com/2013/12/30/new-compressed-las-format-by-esri

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